Non sempre nei paesaggi di Giorgio Spada l'orizzonte è necessario.  La profondità, quella sensazione che nel vedutismo tradizionale viene garantita dal dialogo tra la terra e il cielo, è spesso solo suggerita, affidata non ad un orizzonte visivo concreto ma ad una rarefazione del colore.  Questa scelta di campo seguì un'evoluzione costante e non fu mai abbandonata, presente nelle opere degli anni Cinquanta, in cui erano ancora leggibili le suggestioni impressionistiche di un grande maestro quale fu Maceo, come negli oli degli anni Novanta, nei quali lo sguardo sull'informale mutava totalmente il linguaggio, pur lasciando intuire una continuità di sostanza. Qui vengono proposti quadri che esemplificano, anche se non esauriscono, questo passaggio.  Non lo esauriscono in quanto non sarebbe corretto parlare di un punto di partenza e di un punto di arrivo, proprio perchè l'evoluzione riguardava il linguaggio e non la qualità.  degli oli in cui diventa palpabile la dissoluzione delle linee tradizionali della descrizione paesistica, non sono qualitativamente superiori ai precedenti.  Sono diversi, rappresentano momenti e stati d'animo che non contraddicono le letture giovanili o i dipinti di quella che normalmente viene indicata come maturità, ma sottolineano una ricchezza di punti di osservazione indipendente da qualsiasi scansione cronologica.  ...

alcuni paesaggi...

 

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